Verso Capo Nord in moto e tenda nell’estate più orribile di sempre

Cercando su Internet ho scoperto che tra settembre e dicembre del 2000 ci sono stati, a ovest di Oslo, in Norvegia, 87 giorni di pioggia consecutivi.

Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: a noi è andata bene, perché ne abbiamo dovuti sopportare solo 25! Proprio così 25 giorni di pioggia su 27 di vacanza. È successo il mese di agosto di una decina di anni fa, quando, insieme con Luca e Nicolas, ho deciso di affrontare la grande sfida: arrivare a Capo Nord in moto. Naturalmente con tenda, sacchi a pelo e cucina da campo al seguito. Beh è stata una vacanza durissima. Pioveva tutti i giorni. Ma non quegli acquazzoni tropicali che capitano durante l’estate italiana… no, una pioggerellina continua e persistente con il cielo plumbeo e il mondo in bianco e nero. Che tristezza. Stavamo girando un Paese straordinario, coloratissimo e con paesaggi naturali di incomparabile bellezza, nel modo peggiore. E che dire dell’umore. Pur essendo tre amici di lungo corso con alle spalle molte avventure motociclistiche, litigavamo in ogni momento e più di una volta abbiamo rischiato di interrompere il viaggio. Scientificamente pare che i raggi ultravioletti stimolino il rilascio di serotonina, un potente antidepressivo prodotto dall’organismo umano. Ecco perché nei paesi del nord ci sono alte percentuali di depressi e di suicidi! E vi garantisco che rimanere a lungo senza sole crea preoccupanti stati d’animo. Per fortuna a un certo punto il sole è arrivato… per due giorni.

Guidare la moto sotto la pioggia è pericoloso e faticoso. Noi l’abbiamo fatto per oltre 7000 chilometri. Ma forse ancora più gravoso ed esasperante è montare il campo sotto l’acqua.
Avevamo elaborato una tecnica, che alla fine del viaggio era davvero collaudata: lasciavamo i bagagli coperti da teli di plastica sulle moto finché non avevamo montato il telo esterno della tenda che, grazie all’ossatura creata con le stecche, formava una cupola impermeabile. A quel punto si montava la camera interna e si depositavano tutti i bagagli nella verandina. Non sapete che piacere entrare in un sacco a pelo umido dopo una giornata alla guida di una moto sotto la pioggia! Stesse manovre, ma al contrario, per andare via.

Ogni tre giorni di campeggio ci concedevamo una notte in albergo. Qui, con gli elastici della moto creavamo un lungo stenditoio che attraversava tutta la camera e sul quale mettevamo ad asciugare un po’ tutto… Abbiamo scoperto che anche a pochi gradi di temperatura si può essere divorati dalle zanzare. E che per la pesca al salmone sui fiumi norvegesi c’è bisogno di una licenza che dà diritto a pescare in esclusiva in uno specifico tratto d’acqua. L’abbiamo scoperto perché appena abbiamo messo gli ami in acqua hanno chiamato la polizia! Abbiamo visto le balene con un mare forza quattro e una nausea forza dieci! Abbiamo scoperto che ai norvegesi piace usare le motoslitte (quelle da neve) per attraversare laghi e fiumi… e chi sbaglia… affonda.

Una vacanza da dimenticare, si potrebbe dire… invece, a distanza di parecchi anni, riguardando anche le poche, pochissime foto scattate durante le pause di pioggia, la ricordo con piacere. Un viaggio che ci ha messo a dura prova e ci ha dato grandi insegnamenti il primo dei quali è che in Scandinavia…. BISOGNA ANDARCI IN CAMPER!

Antonio Mazzucchelli

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  • 28 March 2019
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